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Secondo l'ultimo rapporto dell'osservatorio ARNO, i diabetici sarebbero in Italia 3.516.333, ma secondo le previsioni il numero è destinato ad aumentare, a causa della sedentarietà e dell'alimentazione sempre più ricca di grassi saturi e alimenti raffinati. Il 10-
Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. La causa di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo di insulina che consente all’organismo di utilizzare il glucosio per i processi energetici all’interno delle cellule.
L’insulina è prodotta dal pancreas, quando viene prodotta in quantità non sufficienti oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale detta iperglicemia favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.
Il diabete mellito, come malattia cronica e complessa, da richiedere continui e molteplici interventi sui livelli glicemici e sui fattori di rischio, finalizzati alla prevenzione delle complicanze acute e croniche; un’attività educativa della persona con diabete, è finalizzata all’acquisizione delle nozioni necessarie all’autogestione della malattia stessa, tale da evitare o diminuire le complicanze della malattia.
Di diabete ne abbiamo vari tipi:
Il diabete di Tipo 1 Il diabete di Tipo 1 è dovuto a una reazione autoimmunitaria che distrugge le betacellule del pancreas dove viene prodotta l’insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule. Le persone con diabete di Tipo 1 devono assumerla da fonte esterna e fare in modo da averne sempre la quantità giusta nel sangue. Questo tipo di diabete si manifesta spesso in età pediatrica.
Il diabete di Tipo 2 La forma più frequente di diabete. Il diabete di tipo 2 si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone in sovrappeso o obese. La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi. Gradatamente la persona perde la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia.
Il diabete Gestazionale Il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete che caratterizza una percentuale delle gravidanze. A partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Questo tipo di diabete, che caratterizza una quota importante delle gravidanze, sembra scomparire dopo il parto.
La persona con diabete deve tenere sempre presente l’effetto che ogni sua scelta, o ciò che gli accade, può avere sulla concentrazione di glucosio nel sangue. Questo significa misurare spesso la glicemia e, sulla base di questi dati, prendere delle decisioni: assumere una determinata dose di insulina o ipoglicemizzanti fare o non fare dell’esercizio fisico, ecc.
Il soggetto diabetico deve pensare a tutto quello che fa, inserire nella propria giornata delle attenzioni e delle routine, cambiare le proprie abitudini, rinunciare a quelli che sembrano i più grandi vantaggi della modernità: l’abbondanza di cibo e la proscrizione della fatica tipo automobili, ascensori, spesso bisogna anche prendere delle pastiglie tutti i giorni più volte al giorno. La risposta è semplice. Il diabete è una condizione subdola.
Come un tumore nella fase iniziale il diabete erode le arterie dall’interno, le fa ammalare, le erode e facilita il loro ispessimento e la loro ostruzione. E’ un processo lento ma non poi così lento.
Spesso nei pochi anni che intercorrono fra il vero inizio del diabete e il momento in cui è diagnosticato, quell’astuto nemico che è il diabete ha già rovinato le piccole arterie del cuore (le coronarie) in maniera sufficiente da porre le basi per un infarto o ha occluso quelle che portano sangue al cervello abbastanza per portare a dei deficit intellettivi o a una ischemia cerebrale, (ictus) nel termine medico.
Infine, il diabete non riconosciuto e non trattato è un fattore di rischio. Moltiplica il rischio di sviluppare gravi o gravissime situazioni che possono portare alla morte o a un handicap serio o comunque distruggere la qualità della vita propria.